La pelle a bordo non è solo un dettaglio estetico. È parte dell’esperienza: il comfort quando ci si siede, l’eleganza di una plancia curata, la sensazione di ordine e pulizia che si respira su una barca ben tenuta. Ma proprio perché si trova in un ambiente estremo – tra sole, salsedine, umidità e spruzzi – la pelle ha bisogno di attenzioni particolari.
Il sole e la salsedine: una combinazione micidiale
Non c’è bisogno di spiegare quanto il sole sia intenso in mare aperto. La luce riflessa sull’acqua moltiplica l’esposizione ai raggi UV, che col tempo seccano la pelle, la induriscono e la fanno scolorire. Se poi aggiungiamo il sale e il vento, il danno è ancora più rapido.
La pulizia: semplice, ma mai banale
Dopo ogni uscita, basta davvero poco per evitare che lo sporco si accumuli e rovini la pelle. Un panno in microfibra umido, un detergente specifico per superfici nautiche e un gesto delicato. Non serve strofinare, basta costanza.
Nutrirla è il vero segreto
Proprio come la nostra pelle, anche quella della barca va idratata. Esistono prodotti pensati per le superfici nautiche: balsami leggeri, spesso arricchiti con filtri anti-UV, che mantengono il materiale elastico e ne prevengono l’invecchiamento. Bastano poche applicazioni all’anno per fare la differenza.
E in inverno?
Durante i mesi di rimessaggio, è fondamentale proteggere la pelle con teli traspiranti e arieggiare l’imbarcazione ogni tanto. L’umidità stagnante è un altro nemico silenzioso: può creare muffe, cattivi odori e danneggiare anche i materiali più resistenti.